Zanzi- Mar – 2^ parte

Di solito accade questo: appena arrivata in albergo, prendo confidenza con la camera e mi riapproprio del bagaglio – sono una da panico da valigia, non so mai cosa metterci, ci penso per mesi con ansia (senza peraltro muovere un dito se non l’ultimo giorno, prima di partire) e regolarmente sbaglio, porto cose inutili e dimentico, che so.. i solari alta protezione se vado all’equatore.

Mio marito, che già sa quanto io possa essere intrattabile quando mi rendo conto delle cazzate fatte, mi lascia sola e si lancia in esplorazione con nostro figlio. Prima, tassativa, verifica: il mare e la spiaggia. Sono abituata a lasciar correre i commenti a caldo di uno che dice che pure l’acqua della Sardegna fa schifo, per cui anche questa volta, seduta sul letto, sotto la zanzariera, troppo demoralizzata dallo smarrimento – anche temporaneo – della valigia, e troppo stanca per il viaggio, oltre che per il tasso di umidità al di sopra delle attese, non ho alzato un sopracciglio quando ho sentito "il mare è sporco".  

Ho rimandato, come Rossella, all’indomani – mentre passavo davanti alla hall per andare al ristorante, la sera a cena, ho sentito una donnasull’orlodiunacrisidinervi urlare "il mare fa schifo, si mangia male, la piscina è una pozza, l’albergo è orrendo, voglio andare a casa, io a casa sto meglio", ma ho fatto finta di non sentire.

Però la marea, soprattutto nella zona nord-est di Zanzibar, è un discorso serio.

Prima di tutto, mettetevi la crema, e fatelo perbene, perchè io ho ancora un "simpaticissimo" segno a forma di mano subito sopra la tetta destra, e sono riuscita a scottarmi pure sotto l’orologio, semplicemente andando in esplorazione nel "mare asciutto". (Passeggiata mattutina di due ore fino al reef, e rientro accelerato causa marea in rialzo).

Aspettatevi anche di essere assaliti: appena varcata la soglia della zona privata dell’albergo vi cercheranno in cinquanta, giovani chiacchieroni, ragazzini vocianti e ballerini, dagli occhi scuri e grandi, ma anche donne coloratissime e dai sederi imponenti, o anziani, di un’eterna indefinibile vecchiaia, oppure giovanotti vestiti da masai, per accompagnarvi, vendere parei o conchiglie, chiacchierare, chiedere una coca cola o un paio di pantaloni vecchi.

Aspettatevi chilometri di risacca, e sabbia sporca d’alghe nere, e poi piccoli universi marini dimenticati nelle pozze, pesciolini blu elettrico, ricci viola e stelle marine rosse come sangue. Ci saranno barche in secca, donne intente a legare grovigli di alghe (coltivate "per fare le medicine"), paguri, granchi trasparenti.

Quando guarderete verso la costa, ormai distanti qualche chilometro, ci saranno magari le nuvole nere sopra le palme, e guarderete qualche piovasco della durata di pochi minuti. Dalla parte opposta, alla fine della scarpinata, ci sarà il mare vero e proprio, quello blu scuro, fragoroso, dal sapore d’oceano, subito profondo.

Al rientro, scordatevi il mare fresco e limpido quando salirà la marea. Sarà un velo trasparente e caldo, come l’aria, forse di più, caldo come una pubblicità dello scaldabagno quando a casa nevica e le lenzuola sono gelide. E’ proprio quello che penserete quando vi ricorderete che è il 25 dicembre e a casa sta per nevicare. Questo mondo lontano ed estraneo vi mancherà presto.

Continua

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Un commento su “Zanzi- Mar – 2^ parte

  1. Descrivi un paesaggio marino molto simile a quello del Mar Rosso. Non lontanto da Marsa Alam ho scoperto lo snorkeling ed è stata un’esperienza esaltante. (Anche perché mia moglie a momenti veniva portata via dalle correnti…)

    Ciao Agnès, buon fine settimana.

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